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sabato 21 ottobre 2023

Eraclito e l'esperienza del divenire






-legge universale ed eterna sottomessa al mutamento delle cose: è nell'armonia dei contrari infatti ogni cosa è soggetta alla trasformazione, tutto diviene continuamente.

 -riflessione di Eraclito: è ricondotta alla tradizione cosmologica della scuola di Mileto e sostiene di aver conquistato da sè la propria sapienza. Eraclito era uno spirito aristocratico e per lui la conoscenza arriva dalla ragione. 

 -lógos:è la legge che guida il mondo ed è il divenire stesso costante delle cose il cambiamento fonda l'unità delle cose. La reltà è un flusso in incessante cambiamento in continuo divenire. Il cambiamento è legato alla battaglia costante tra gli opposti (apeiron di Anassimandro che considera la lotta come un ingiustizia). Il logos è il principio intelligente che presiede al giusto equilibrio delle forze opposte. 

 -flusso universale= nel mondo non c'è nulla che sia in uno stato di quiete .Tutto è costantemente in movimento e ci sono conflitti in tutti gli ambiti dalla città alla natura e infine all'uomo perchè nel corso della vita la personalità cambia. 

"panta réi" (tutto scorre)

-elemento originario= Polemos è il padre di tutte le cose e l'elemento mutevole e distruttore per eccellenza è il fuoco. Quest' ultimo è presente in tutte le cose, è dinamico, è unità di vita e di morte, mantiene sempre la stessa essenza e cambia in modo costante. Nel mondo c'è un soffio vitale. Il fuoco è inteso come un principio divino (divinità in tutte le cose). Il fuoco è la legge stessa del mondo. 

"sulla natura" (libro con gli aforismi di Eraclito) 

-ordine razionale= regola la trasformazione di ogni cosa  ed è visibile solo ai uomini saggi ai filosofi "svegli" e non ai "dormienti" ignoranti. Il sapere è concesso a pochi eletti. L'ordine è eterno 

-opposizione e complementarietà= i contrari trovano la riconciliazione nell'unità del tutto. Senza la contrapposizione non ci sarebbe la vita. I contrari vivono l'uno soltanto in relazione all'altro.

martedì 17 ottobre 2023

I pitagorici e la concezione matematica della natura



 



Intorno al 570 a.C a Samo nasce Pitagora, uno dei più importanti filosofi della Grecia antica. Diete origine alla scuola pitagorica, che avrà caratteristiche simili a quelle di una setta dato che gli adepti erano obbligati a sottostare a regole ferree, come quella di non condividere idee e opinioni della setta al di fuori di essa. Oltre a questo le idee di Pitagora ricalcano anche dottrine più antiche come quelle orfiche. Quelle che vengono riprese dai pitagorici riguardano principalmente l'espiazione dell'anima attraverso una continua reincarnazione. Era però possibile accelerare questo processo di espiazione attraverso riti di purificazione che permettevano all'anima di tornare più rapidamente presso gli dei. Questa teoria prende il nome di teoria della trasmigrazione dell'anima. I pitagorici, però, ponendosi domande riguardanti l'arché arrivarono ad affermare che il principio di tutto è il numero. Queste due teorie relative all'anima e al numero, sono strettamente correlate dato che, secondo Pitagora, l'uomo filosofico e quindi saggio si caratterizza per l'ordine e la misura con cui riesce a tenere a freno gli istinti del corpo. Quest' ordine sottende l'universo e si manifesta in tutto il cosmo, dal movimento regolare degli astri fino alle melodie musicali. Da un' osservazione più precisa dell'universo di cui facciamo parte, possono essere trovati molteplici esempi di rapporti matematici presenti in natura. Secondo i pitagorici il numero può essere visto come l'unità costitutiva dato che un'unità viene rappresentata come un punto dotato di estensione spaziale. Infatti ad un numero corrisponde una precisa forma geometrica e viceversa. Ad esempio un triangolo che viene considerato come il numero tre. 
Dato che i numeri rappresentano gli elementi costitutivi della realtà i rapporti tra di essi spiegano la sostanza delle cose. Così come nella vita sono presenti numerosi dualismi ( maschio e femmina, luce e buio) così avviene nei numeri che si dividono in dispari e pari. Più nello specifico il dispari rappresenta un'entità finita che è simbolo dell'ordine e del bene mentre il pari, un'entità infinita simbolo del male e del caos. Oltre a questo anche i singoli numeri hanno significati precisi come ad esempio il quattro che simboleggia la giustizia e il dieci che è il numero perfetto. Questo approccio alla natura da un punto di vista prettamente matematico ha permesso di porre le basi per la scienza moderna, dove la matematica è una componente fondamentale dell'interpretazione della realtà.


Matrix- filosofia come risveglio

 


Il film fa molti riferimenti filosofici riguardanti la distinzione tra apparenza e realtà e il difficile rapporto tra mente e corpo infatti se muore la mente in matrix muore anche il corpo. Nel film è spesso sottolineata la realtà diversa da come ci appare. La realtà infatti è quell insime di sensazioni che il cervello riconosce tramite la vista, l'udito,l'olfatto, il tatto e il gusto. Il film prende spunto dal mito della caverna di Platone, il quale immagina schiavi incatenati dall' infanzia all' interno della caverna, guardando solo le ombre delle statue. Uno schiavo riesce però a salire in superficie e vedere la luce ma nel ritornare non riuscirebbe più a vedere nell'oscurità. I compagni infastiditi lo ucciderebbero. Neo durante il film, quando Morpheus lo porta fuori dalla caverna, sente un fastidio agli occhi,esattamente come il prigioniero che vede per la prima volta la luce. Neo non ha mai usato gli occhi e non ha mai gurdato per davvero la realtà ma soltanto le proiezioni virtuali. Il sapiente infatti ha conosciuto la verità (il mondo delle idee) ma corre il rischio di essere pazzo. Il dubbio del protagonista muove la ricerca. La prima reazione del protagonista è di incredulità ma la ricerca della verità non lo ferma. Neo in Matrix incontrerà degli uomini che non vorranno essere liberati e rimanere nel sogno illusorio delle macchine. L'umanità che preferisce rimanere ignorante e schiava delle illusioni e delle apparenze come il personaggio di Cypher. Le menti vivono incapsulate credono di vivere nella vita reale.La legge di Leibniz sostiene che se due entità sono uguali devono avere stesse proprietà. La prospettiva che riduce stati mentali a stati celebrali mom è esplicitamente presente in Matrix. Il mondo di matrix è popolato da programmi. Le menti sono programmi. In Matrix ci sono ancora esseri umani solo illusi da programmi di vivere in una vita reale. È questione di prospettiva. Ci sono numerose affinità tra Matriz e le teorie leinbiziane precursore dell'intelligenza artificiale. L'armonia prestabilita è il modo per spiegare il rapporto tra mente e corpo (gli eventi mentali e fisici corrono paralleli senza mai interagire accordo operato da Dio). Il momento virtuale in cui vivono i prigionieri è proiettato nelle loro menti da Matrix che coordina il programma di ciascuna persona con quello delle altre persone in modo che tuta l'umanità viva nello stesso mondo virtuale. Grazie alla programmazione del super computer ciò che accade ad un individuo ne risente su tutti gli altri anche se non esiste un rapporto diretto. Neo pensa di compiere un movimento con il corpo ma il suo pensiero è controllato da un super computer. Alcuni esseri riescono a staccarsi da matrix. I prigionieri anche se percepiscono uno spazio illusorio risultano collegati in uno spazio reale. I uomini su matrix dopo il disastro avvenuto sulla terra riescono a sopravvivere solo utilizzando delle macchine che li mettono in una condizione di schiavitù inconsapevole. I guriani conoscono la realtà ma decidono di difendere la realtà illusoria. 
Come il prigioniero della caverna ritorna tra i suoi compagni nell'oscurità, anche Neo ritorna in Matrix con il compito di salvare gli umani dall'ignoranza.

La filosofia

  

La parola "filosofia" compare in Grecia e deriva dal verbo greco philéin (amare) e indica un desiderio verso qualcosa che non si possiede e da sophía (sapienza). L'amore per la sapienza nasce dallo spontaneo senso di meraviglia. Il filosofo non possiede la sapienza ma la crea. 


 «La definizione della filosofia è essa stessa un problema filosofico…è lo studio critico, normalmente sistematico di una gamma illimitata di idee e problemi. Ma questa caratterizzazione non dice nulla su quali tipi di idee o questioni siano importanti in filosofia o sui suoi metodi distintivi di studiarli». 

Questa è la definizione il filosofo statunitense contemporaneo Robert Audi. Non esiste infatti una vera e propria definizione di filosofia.


La filosofia nasce nella Grecia del VI secolo a.C. il primo pensatore ad utilizzare la parola fu Pitagora il quale stabilisce una differenza sostanziale tra l’uomo, proteso verso la conoscenza senza mai afferrarla nella sua totalità, e il divino, che invece la coglie in modo certo e totale.  

Da sempre la filosofia è considerata incomprensibile e adatta solo a persone acculturate ma oggi esistono dei tentativi di rendere fruibile e utile la filosofia. Attraverso corsi di filosofia i bambini imparano a ragionare e lavorare con le immagini. È presente anche il consulente filosofico, come figura in grado di aiutare gli individui a farsi delle domande sempre nuove in grado di aprire la mente a nuove idee. 



mercoledì 4 ottobre 2023

Gli ionici e il problema dell'arche


A ricercare il principio originario alla base della molteplicità dei fenomeni, furono i pensatori della scuola di Mileto (Ionia). La filosofia nasce dalla ricerca di una risposta razionale agli interrogativi del mondo per capire quale è il fondamento uLTIMO dell'universo. I filosofi tendono di rispondere alle domande: -quale è l'origine dell'universo?
                                                     - come si spiega la vita sulla Terra?
                                                     - perchè le cose sono come sono?
I pensatori della scuola di Mileto possedevano conoscenze di carattere tecnico-scientifico ricevute dai sapienti della Babilonia.Essi infatti spiegavano i fenomeni atmosferici studiando le cause naturali e non più mitiche. Tra le persone poco colte la filosofia era considerata inutile nella vita di tutti i giorni.

Per arché si intende il "principio originario" da cui derivano tutte le cose e anche la materia dalla quale sono costituite. L'arché è l'elemento base ed è stato introdotto solo da Anassimandro ed è inteso come l'elemento e origine del tutto, forza generatrice, materia delle cose e legge divina ed eterna.  
Talete, considerato uno dei Sette saggi, sapeva sfruttare le conoscenze meteorologiche e pensava che il principio primordiale  fosse l'acqua. Talete formula infatti l'ipotesi divina che l'acqua sia all'origine poichè l'esperienza dell'acqua fa riferimento all'esperienza del parto ( rottura delle acque). Secondo Talete all'inizio esisteva solo l'Oceano da cui si è sviluppata la vita; il mondo fluttua sulle acque e tutti gli esseri viventi, una volta morti, si riuniranno all'acqua.


Anassimandro, invece, individuò la sostanza primordiale che è alle origini: l'apeiron dal greco "senza limiti, in-finito,in-determinato". Il principio è perciò una sostanza indistinta e non un elemento specifico. Anassimandro ritiene che esista un processo di separazione e differenziazione governato da una legge  Dike (giustizia). La separazione avviene tramite un processo di separazione grazie a un movimento rotatorio che genera infiniti mondi, secondi un ciclo che ha durata eterna.



Per Anassimene il principio unificatore è l'aria da cui le cose derivano per rarefazione e condensazione. L'origine non sta prima e si prolunga anche nel presente. L'aria rappresenta sia la materia che la forza che le ha generate.




















Testi -Platone

  Timeo, Leggi  L'idea del Bene (Repubblica): Platone paragona l'dea del Bene al sole, quest'ultimo con la sua luce è fonte dell...